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Coabitazioni Coatte

Coabitazioni Coatte

Mounir Fatmi Fabrizio Giannini Damir Nikšić Salis&Vitangeli Akram Zaatari

Cacticino Centro d’Arte Contemporanea Ticino, Bellinzona, Svizzera

Forte mostra di esordio del 2005 questa, proposta e curata dal direttore del Centro Mario Casanova, che mette a fuoco, attraverso una selezione di 5 artisti di provenienza dal bacino dei Balcani e del Medio Oriente, le tensioni etico-economico-politiche del Mediterraneo, nella critica fase epocale della globalizzazione. Come autore in prima persona di un discorso consapevolmente metacomunicativo, l’artista, appropriandosi a sua volta degli strumenti tecno-telematici, prende la parola per riflettere nella sua opera i conflitti e i condizionamenti esterni, di cui non cessa di essere sensibile tramite. La prima coabitazione coatta, registrata dallo spettatore di fronte alla mostra, è quella dell’artista stesso con la realtà alterata che il mondo mediatico gli presenta quotidianamente come sana. È in questa luce che ogni intervento degli artisti trova una sua motivazione e collocazione estetico/riflessiva, a partire dalla prima sala, dove l’installazione video Oriental (2004) di Damir Nikšić (1970, Bosnia e Erzegovina) tematizza, con il linguaggio delle videoclip di MTV, l’interesse a senso unico dell’Occidente per il petrolio.

La seconda sala, di impatto concettualmente freddo, confronta con la proiezione video, a tutta parete, intitolata Coito.664 (2005), di una schermata da computer dei virus informatici con cui oggi il mondo forzatamente coabita: artista Fabrizio Giannini (1964, Svizzera). Uno scarto verso una sublimazione estetico-tragica dell’immagine della società d’oggi è dato dalla lampante videoproiezione, a ripresa fissa, Morning Star 2 (Salis&Vitangeli, Italia), dove una falena mediterranea si incendia al contatto con quell’agghiacciante congegno elettrico fulmina-zanzare, presente l’estate nei locali ad alta frequentazione. Metaforicamente significativa è la proiezione video di Mounir Fatmi(1970, Marocco) Manipulation (2004) dove la combinatoria manuale dei colori del cubo Rubiks si conclude, tra le mani grondanti di nero viscoso, nell’immagine del santuario musulmano la Kaaba. Identità-sessualità-memoria sono i temi del videoracconto nostalgico-sentimentale Red Chewing Gum (2000) dell’artista libanese Akram Zaatari (1966), attraverso sequenze di scarti temporali, close up e dissolvenze di intensa qualità filmicamente evocativa.

Viana Conti, Coabitazioni coatte, «Arte & Critica», n. 42, 2005, p. 90.