Skip to main content

Collezione Giancarlo e Danna Olgiati Spazio -1

How Evil Is Pop Art?
New European Realism 1959-1966 23 settembre 2018 – 6 gennaio 2019
Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati


How Evil Is Pop Art?
New European Realism 1959-1966
23 settembre 2018 – 6 gennaio 2019
Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati

A cura di Tobia Bezzola, Direttore MASI Lugano

Conferenza stampa: giovedì 20 settembre, ore 10:30
Inaugurazione: sabato 22 settembre, ore 18:00

Comunicato stampa
Lugano, giovedì 20 settembre 2018
Dal 23 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, lo Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati ospita la mostra How Evil Is Pop Art? New European Realism 1959-1966, a cura di Tobia Bezzola. La selezione di opere, provenienti dalla Collezione Olgiati e da una delle principali collezioni private dedicate alla Pop art europea, mette in luce i fenomeni Pop europei che si sono sviluppati a partire dalla fine degli anni Cinquanta.

“Quanto è diabolica la pop art?”, domandava la giornalista e scrittrice Tullia Zevi nel 1964 nella sua recensione alla Biennale di Venezia di quell’anno, esplicitando la reazione avversa di un’ampia fetta di pubblico alla comparsa di questa nuova arte, che emergeva verso la fine degli anni Cinquanta in tutta Europa in risposta al dilagante entusiasmo nei confronti della cultura di consumo americana, del suo universo mediatico e pubblicitario. 
L’esposizione muove dalla volontà di rileggere il fenomeno Pop europeo attraverso una raffinata selezione di opere provenienti dall’incontro di due collezioni private: la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati e una delle principali raccolte private di questa corrente.
Con quarantadue opere, tutte eseguite tra il 1959 e il 1966, la mostra offre un panorama sorprendente dei linguaggi artistici che, tra differenze e assonanze, si sono formati simultaneamente in Francia, Gran Bretagna, Italia e Germania: dipinti e sculture che rappresentano i massimi esiti del Pop europeo mostrano come in questi Paesi si sia articolata una nuova sensibilità artistica che, nella ricchezza del linguaggio formale e nell'ampiezza dei contenuti, è equiparabile alle caratterizzazioni della Pop Art statunitense.
Il percorso espositivo pone a confronto trentuno artisti, tra cui troviamo pionieri del primo Pop britannico come Peter Blake, Pauline Boty, Allen Jones e David Hockney, accanto ad esponenti di punta del Nouveau Réalisme francese, quali Martial Raysse, Jean Tinguely, Niki de Saint Phalle e Daniel Spoerri, e ancora protagonisti come Peter Klasen e Konrad Lueg della radicale rottura con la pittura astratta in Germania. Una posizione di rilievo rivestono, infine, le diverse formazioni della Pop Art italiana, tra cui figurano celebri rappresentanti quali Mimmo Rotella, Franco Angeli, Gianfranco Baruchello, Tano Festa, Mario Schifano e Michelangelo Pistoletto, che si sono distinti per la molteplicità di linguaggi, oltre che per l’imprescindibile legame con la tradizione culturale del loro paese.  


Catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue, italiano e inglese, che include un testo introduttivo del curatore Tobia Bezzola, direttore del MASI Lugano, unitamente a un saggio critico di Vincenzo de Bellis, curatore presso il Walker Art Center di Minneapolis, nonché la riproduzione a colori di tutte le opere esposte. Mousse Publishing, Milano.

Elenco artisti in mostra 
Franco Angeli / Gianfranco Baruchello / Peter Blake / Pauline Boty / Christo / Allan D’Arcangelo / Niki de Saint Phalle / Erró / Tano Festa / Claude Gilli / Raymond Hains / David Hockney / Alain Jacquet / Allen Jones / Konrad Klapheck / Peter Klasen / Jean-Jacques Lebel / Richard Lindner / Konrad Lueg / Elio Marchegiani / Fabio Mauri / Aldo Mondino / Pino Pascali / Silvio Pasotti / Peter Phillips / Michelangelo Pistoletto / Martial Raysse / Mimmo Rotella / Mario Schifano / Daniel Spoerri / Jean Tinguely


A Collection in Progress
In concomitanza con l’esposizione, come ogni anno, lo Spazio -1 ospita un nuovo allestimento della Collezione Olgiati. La scelta delle opere, alcune già note al pubblico affiancate ad altre di più recente acquisizione, permette di cogliere i punti di tangenza con i contenuti della mostra temporanea, oltre a manifestare la continua volontà dei collezionisti di porre in dialogo fra loro opere dell'avanguardia storica e di quella contemporanea.  L’allestimento che si sviluppa nelle sale successive a How evil Is Pop art? prevede un’intera sezione dedicata all’artista italiana Carla Accardi, con opere di diversi periodi che ne illustrano le sperimentazioni astratte. L’utilizzo di materiali industriali nella sua opera si ricollega alle ricerche materiche di Alighiero Boetti e alle riflessioni concettuali di Giulio Paolini, presentate nelle sale attigue. Seguono altre simili analogie: nell’uso dissacrante del medium fotografico da parte di Francesco Vezzoli e Franco Vaccari, nonché nei monocromatismi di Yves Klein e Anish Kapoor,  i cui oggetti “quotidiani” assumono simbologie cromatiche cariche di rimandi illusori. Lungo il percorso espositivo si possono ammirare, tra le altre, opere dell’artista newyorkese Paul Chan – vincitore del Hugo Boss Prize 2014 - e dello svizzero Fabrizio Giannini, esposte per la prima volta allo Spazio -1, e quelle di alcuni rappresentanti della generazione Neo Pop: Jim Lambie, Jonathan Monk e Kelley Walker.

Elenco artisti in mostra
Carla Accardi/ Giovanni Anselmo/ Arman/ Giacomo Balla/ Alighiero Boetti/ Pier Paolo Calzolari/ Paul Chan/ Ettore Colla/ Fortunato Depero/ Jean Dubuffet/ Luciano Fabro/ Fabrizio Giannini/ Douglas Gordon/ Antony Gormley/ Mark Grotjahn/ Wade Guyton/ Guyton-Walker/ Emilio Isgrò/ Anish Kapoor/ Anselm Kiefer/ Yves Klein/ Jannis Kounellis/ Jim Lambie/ Liz Larner/ Alberto Magnelli/ Christian Marclay/ Jonathan Monk/ Giulio Paolini/ Giuseppe Penone/ Gianni Piacentino/ Michelangelo Pistoletto/ Enrico Prampolini/ Sterling Ruby/ Jan Schoonhoven/ Rudolf Stingel/ Giuseppe Uncini/ Franco Vaccari/ Francesco Vezzoli/ 
Danh Vō/ Kelley Walker/ Christopher Wool.


Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati è parte del circuito museale del MASI Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana. La sua sede, Spazio -1, è adiacente al centro culturale LAC Lugano Arte e Cultura e ospita oltre 100 opere, che spaziano dagli inizi del Novecento al presente. 
La collezione d’arte contemporanea Giancarlo e Danna Olgiati, concessa in usufrutto alla Città di Lugano nel 2012, viene proposta al pubblico in allestimenti sempre diversi unitamente a mostre temporanee dedicate all’approfondimento dell’opera di artisti inclusi nella raccolta.


Informazioni
Sede
Spazio -1
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
Lungolago Riva Caccia 1, 6900 Lugano
+41 (0) 58 866 42 40 (ma – gio)
+41 (0)91 921 46 32 (ve – do, periodo d’apertura)
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
www.collezioneolgiati.ch   | www.masilugano.ch
Orari
Venerdì – domenica: 11:00 – 18:00
Ingresso gratuito

 

Schlosshotel Pension Riviera - Fabrizio Giannini

Levigare i confini
Testo critico della mostra “Schlosshotel Pension Riviera” di Fabrizio Giannini Rita Selvaggio
Fondazione La Fabbrica del Cioccolato
26 Novembre 2016 – 25 Febbraio 2017


È sin dagli esordi che Fabrizio Giannini cerca di raccogliere materiali eterogenei e non convenzionali attraverso una pratica che, a ritroso negli archetipi dell’immaginario, esemplifica agli occhi scenari artificiosi come pure orizzonti più o meno esotici colti in un processo di ibridazione. Movimenti, gesti e materiali, accostamenti e sovrapposizioni, producono nei suoi lavori micro trasformazioni capaci di narrare cosa avviene nello scambio relazionale degli elementi. Lo sguardo combina così una molteplicità composta da un certo numero di variazioni intensive e inseparabili e, ogni immagine, frammentaria e frammentata, perde la memoria delle sue origini proprio perché i suoi stessi contorni non coincidono. Essa è il margine, la configurazione o, più semplicemente, la costellazione di un evento a venire. Nei lavori presentati in questa occasione, Giannini si rapporta ad un paesaggio ricomposto con elementi estranei ma intenzionali e la cui incorporazione non concerne soltanto modalità visive, il campo del virtuale o, molto più semplicemente un’essenza, ma riguarda invece l’esperienza e la soggettività. Il “fuori” dell’artista si concede infatti come manufatto costruito dall’umano, brani di paesaggio “forestiero” seminati tra le valli delle Alpi Lepontine, cliché di un altrove lontano che diventano immediatamente vicini.  Qual è il confine tra gli uni e gli altri?
Servendosi di un’ampia varietà di media, dall’immagine in movimento alla stampa su alluminio, dal collage alla foto e all’installazione, l’artista cerca proprio di percepire le modalità con cui levighiamo i confini, di far intravedere le interconnessioni che rendono evidenti gli effetti della globalizzazione e della digitalizzazione.  Lembi, vettori e rilievi, punti e contrappunti, dissolvono le identità di luoghi e soggetti e sottolineano al contempo le variazioni subite dal paesaggio. Gli eventi delle immagini infatti, assecondando la logica della causalità e il principio del riverbero, hanno per referenza tanto la teoria delle mescolanze quanto un procedimento che non lascia residui. Schlosshotel Pension Riviera, scelto come titolo della mostra, oltre a riferirsi enigmaticamente a un elemento autobiografico, è emblematico di una certa idea di esotismo che, nel secolo scorso, invade e reinventa il paesaggio ticinese con l’immaginazione della gente del Sud e che fa di questo luogo uno spazio di continuo attraversamento distinto da un nuovo regime di visibilità. Il senso si dà per allusione, è presente nonostante innominato e sotterraneo, eterogeneo e tuttavia inscindibile. Nel lavoro di Giannini ricorre spesso l’icona della palma, elemento dell’immaginario collettivo, quasi ad inseguire oggi il vecchio sogno dell’orto botanico.  L’idea di coltivare piante non autoctone, vale a dire non originarie del luogo, risale in verità a molto lontano. Si afferma soprattutto a partire dal 1506, quando fu fondato il giardino fisico di Pisa. Le nuove piante arrivavano in Europa dal “Nuovo Mondo”, dall’estremo
La Fabbrica del Cioccolato Stabili Cima Norma Strada Vecchia 100 CH-6717 Torre-Blenio
www.lafabbricadelcioccolato.ch
Oriente e dall’estremo Occidente e medici, botanici e speziali, speravano di farle crescere in un ambiente europeo e di utilizzarle come medicinali. Veniva chiamato giardino fisico, perché il termine antico per medicina era proprio “fisica”. 
Il Ticino, terra d’esilio già nel XIX secolo, nel lavoro di Fabrizio Giannini, appare così una sorta di isola connessa a varie trasformazioni globali, dove i saperi locali entrano in contatto e/o in conflitto con un sistema complessivo. Un luogo chiave grazie alla sua fragilità e importanza ambientale che, da un’immagine all’altra, dal percettivo al possibile, decodifica uno spazio di coltura per la contemporaneità e le sue illusioni.


Rita Selvaggio